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Dieci i ponti crollati in 5 anni: in calo la manutenzione e gli investimenti

Dieci i ponti crollati in 5 anni: in calo la manutenzione e gli investimenti

Solo dal 2013 ad oggi è lunga la scia degli incidenti, quasi sempre mortali: le strutture sono vecchie, il calcestruzzo è corroso e i fondi stanziati sono esigui rispetto ai ricavi

Una lunga scia di crolli e di morti. È quella che caratterizza la storia recente dei ponti stradali e autostradali italiani. Solo negli ultimi 5 anni, cioé dal 2013, i casi di ponti crollati in Italia sono stati ben 10. Qual è la causa di questi continui crolli? La mancanza di investimenti nella sostituzione di strutture ormai obsolete e di una manutenzione adeguata. Il Ponte Morandi, che fin da subito presentava diversi aspetti problematici, aveva ben 51 anni. In questa e molte altre realtà c’è poi il problema dei materiali: il cemento armato, o meglio, il calcestruzzo armato. Un materiale inventato nell’800 e di cui non si conosce l’effettiva durata. Sono trascorsi troppi pochi decenni per stabilire se sia un materiale valido o “eterno“, come si riteneva in passatoo: a quanto pare, non è così. Molti ponti «moderni» sono costruiti in calcestruzzo armato, una miscela di cemento, acqua, sabbia e ghiaia che viene appunto «armata» con sbarre di ferro e acciaio. Ma questi materiali sono oggetto di usura e sono facilmente indeboliti dall’azione dell’acqua nei punti più deboli. Senza contare un’aggravante da non sottovalutare: in Italia vige una lunga tradizione di lavori «al risparmio» in temini di tempo e denaro. E a differenza di Paesi come la Svizzera dove una struttura che ha un certo numero di decenni viene abbattuta e ricostruitra prima che crolli, in Italia prevale la logica della «conservazione», anche se si tratta di infrastrutture e non di monumenti storici.

 

I soldi spesi nella sicurezza

C’è poi il problema degli investimenti e della manutenzione. Come già evidenziava un’inchiesta del Corriere della Sera («Perché le autostrade italiane sono le più care d’Europa» di Milena Gabanelli e Ferruccio Pinotti, 11 giugno 2018) nonostante gli enormi ricavi delle società di gestione delle concessioni autostradali (7 miliardi di euro: l’83% dei ricavi arriva dai pedaggi), il valore degli investimenti complessivi è sceso del 23,9% e anche la spesa per le manutenzioni è calata del 7,5% (dati 2016 su 2015, ultimi disponibili). Il nodo è che il sistema è caratterizzato da un duopolio che opera senza gare europee e al di fuori della concorrenza prevista dalle direttive comunitarie. Quasi il 70% della gestione dei circa 7.000 km di autostrade se lo spartiscono da anni due gruppi: si tratta del Gruppo Atlantia (Benetton), che controlla Autostrade per l’Italia e che gestisce oltre 3.000 chilometri, e del Gruppo Gavio, che gestisce oltre 1.200 chilometri. Insieme coprono i tre quarti circa del mercato. Gli altri 1.650 chilometri sono gestiti da società controllate da enti pubblici locali e da alcuni concessionari minori. Il Ponte Morandi fa parte di uno dei tratti gestiti da Autostrade per l’Italia (Atlantia, gruppo Benetton), che infatti ha accusato una pesante perdita in Borsa. La società ha dichiarato: «Sulla struttura erano in corso lavori di consolidamento della soletta del viadotto ed era stato installato un carro-ponte per consentire lo svolgimento delle attività di manutenzione. I lavori e lo stato del viadotto erano sottoposti a costante attività di osservazione e vigilanza da parte della Direzione di Tronco di Genova. Le cause del crollo saranno oggetto di approfondita analisi non appena sarà possibile accedere in sicurezza ai luoghi». Ma al di là del singolo episodio restano, i problemi strutturali.

 

 

I precedenti

6 agosto 2018. A seguito dell’esplosione di un’autocisterna di Gpl, crolla il viadotto-ponte dell’autostrada del raccordo di Casalecchio A1-A14. Un morto e 145 feriti.

9 marzo 2017. Il crollo del cavalcavia sull’A14 fra Loreto e Ancona provoca due morti e due feriti, coinvolgendo le automobili sottostanti.

18 aprile 2017. Crolla un viadotto della tangenziale di Fossano, in provincia di Cuneo. La struttura era stata realizzata negli anni Novanta e inaugurata nel 2000. Solo per un caso non ci sono state vittime: sopra non stava passando nessuno.

23 gennaio 2017. Crolla un ponte in Calabria, il Fiumara Allaro, fortunatamente non c’è nessuna vittima.

28 ottobre 2016. Crolla il cavalcavia di Annone, in provincia di Lecco, che passa sopra la “Valassina”, la SS 36 che collega Milano all’alta Brianza. Il ponte cede a causa del passaggio di un tir da oltre 108 tonnellate che trasporta bobine di acciaio: schiaccia l’Audi di Claudio Bertini, 68 anni, che perde la vita.

10 aprile 2015. A causa di una frana provocata dal maltempo, crolla un pilone del viadotto Himera sull’Autostrada A19 Palermo-Catania. Non vi furono feriti.

25 dicembre 2014. Cede il viadotto Scorciavacche sulla statale Palermo-Agrigento. Era stato inaugurato il 23 dicembre. Questo incidente non ha coinvolto automezzi e non ha causato danni alle persone.

7 luglio 2014 . Crolla un tratto del viadotto Petrulla, sulla strada statale 626 tra Ravanusa e Licata, in provincia di Agrigento. Quattro persone, tra le quali una donna incinta, rimangono lievemente ferite.

18 novembre 2013. In Sardegna si abbatte una forte alluvione che provoca il crollo di un ponte sulla strada provinciale Oliena-Dorgali. Un agente di polizia muore e tre suoi colleghi restano feriti.

22 ottobre 2013. A causa di un nubifragio, nella notte tra il crolla il ponte a Carasco, in Liguria, sul torrente Strula. Le vittime sono due.

 

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