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A Roma contro il franco CFA: ecco il sovranismo africano

A Roma contro il franco CFA: ecco il sovranismo africano

Si è tenuta a Roma una importantissima manifestazione organizzata dalle comunità africane, a cui hanno partecipato i movimenti panafricani capitanati dall’attivista politico Mohamed Konarè.

Durante la manifestazione, volutamente tenuta in oscuro dai media più importanti, ma seguita da molti gruppi di informazione indipendente di tutta Europa, Konarè ha denunciato precisamente l’assetto neocolonialista che sfrutta l’Africa attraverso il franco CFA francese, moneta istituita nel 1945 totalmente controllata dalla banca centrale di Parigi, che rappresenta un vero e proprio strumento di controllo sulle economie dei paesi francofoni subsahariani.

Molto forte e diretto il gesto di Konarè di strappare una banconota CFA di fronte ad una folla che lo applaudiva. Una moneta definita dallo stesso “carta igienica”, con cui il governo francese manovra e protegge i suoi interessi in paesi come Senegal, Mali, Niger, Costa d’Avorio, Congo e via discorrendo.

Konarè inoltre chiede ad alta voce ai governi europei di allinearsi alle parole del vice premier italiano Di Maio, che denunciano lo sfruttamento francese in terra africana attraverso il franco CFA. Parole che, lo ricordiamo, hanno provocato la reazione stizzita di Parigi che ha richiamato il suo ambasciatore da Roma.

La manifestazione, ma tutta la battaglia politica iniziata da movimenti panafricani, è un importante segno di risveglio e presa di coscienza da parte della società africana, che va supportato senza condizionali. Proprio per questo certe iniziative sono tenute all’oscuro dai media maggiori nazionali ed europei in generale.

Così come successo ai movimenti politici di giovani nigeriani che si sono presentati alle ultime elezioni presidenziali subendo il più totale oscurantismo dei maggiori media mondiali. Giovani e movimenti come quello panafricano di Konarè hanno a cuore il futuro dell’Africa e vanno dritti alle cause della condizione sociale che è la causa scatenante di tale immigrazione di massa. Doveroso schierarsi dalla parte di chi rivendica un diritto a non emigrare e vivere dignitosamente nella propria terra.

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